Nel 1919 venne acquistato ad un'asta in Inghilterra da Guglielmo Marconi:
l'imbarcazione si trovava li, perchè confiscata dagli inglesi all'Austria
durante la Prima Guerra Mondiale.
Marconi lo chiamò Elettra. Fu sottoposto ad alcune modifiche per accogliere
gli apparati radio e gli accumulatori di energia elettrica. Gli alberi
vennero alzati per migliorare il rendimento delle antenne.
Divenne la sua casa galleggiante e allo stesso tempo laboratorio
sperimentale navigante.
![]() L' Elettra nel porto di Civitavecchia in una rara immagine a colori. |
Il comandante dell'imbarcazione era Raffaello Lauro, l'equipaggio era composto
da 6 ufficiali, sei sottoufficiali e 18 marinai.
Erano 2 i civitavecchiesi in servizio sull'Elettra: oltre allo scafista
Agostino Scotti appena diciottenne, c'era Gino De Paolis il cuoco di bordo
Chef internazionale.
Grazie all'uso di questo laboratorio galleggiante Marconi poteva compiere
esperiementi in tutti i posti e a distanze sempre diverse.
Alcuni esperimenti rimasero alla storia come quello del 26 marzo 1930 con
l'accansione con segnale radio delle luci del municipio di Sydney in
Australia (l'Elettra era ormeggiata al porto di Genova), e nel 1931 con
la navigazione senza vista ma con l'aiuto del radiofaro a Sestri Levante.
Sull'Elettra erano installati sia impianti riceventi che tramittenti un
pò su tutte le frequenze delle onde medie e corte. Negli anni 30 si
aggiunsero le micro onde.
Dimensioni: 72 metri (lungh.) - 9,5 metri (largh.) Stazza: 750 tonn. Pescaggio: 4,5 metri Max altezza albero: 27 metri Propulsione: macchina vapore a 3 cilindri, potenza 1200 CV Consumo: 12 tonn. di carbone al giorno Velocità massima: 15 nodi Nominativo: IBDK |
A Civitavecchia l'Elettra era spesso ormeggiata o in rada al porto.
Nel periodo in cui Guglielmo Marconi soggiornò con la famiglia a
Civitavecchia, l'Elettra rimaneva anche all'ancora davanti alla scogliera
della villa dei Principi Odescalchi, scelta come residenza.
Con un motoscafo guidato dallo scafista di bordo, il civitavecchiese
Agostino Scotti, Marconi poteva spostarsi in tempi brevi dall'Elettra
alla villa e anche a Torre Chiaruccia distante pochi chilometri dalla
villa.
![]() Il panfilo Elettra ormeggiato nel porto di Civitavecchia, anno 1930 |
![]() L'incendio sull'Elettra a Civitavecchia nel 1930. Si noti sulla sinistra, il rimorchiatore in soccorso |
Nel porto di Civitavecchia avvenne l'unico incidente alla nave Elettra.
Era il pomeriggio del 12 agosto del 1930, quando un corto circuito agli
impianti degli accomulatori sviluppò un incendio. Dopo la morte di Marconi, l'Elettra fu acquistata dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni con l'intento di garantirle la conservazione. |
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale l'Elettra era accantonata al
porto di Trieste. Nel settembre 1943 venne requisita dai tedeschi.
Grazie all'intervento di alcuni volenterosi, tutte le apparecchiature di
Marconi e gli oggetti vennero prelevati e dati in custodia al Museo del Mare
di Trieste.
L'Elettra venne trasformata in unità di guerra ausiliaria. L'8 gennaio
del 1944 venne colpita ed affondata dagli alleati a largo di Zara.
Dal 1948 il governo italiano ne chiese la restituzione da parte della Yugoslavia. Nel 1960 il relitto viene recuperato e trasportato nel porto di Trieste.
![]() La poppa dell'Elettra nel parco antenne del Centro Telespazio al Fucino (AQ) |
Il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni fece compiere uno studio di ricostruzione della nave. Nel 1972 ci fu l'annuncio ufficiale da parte dell'allora Ministro delle Poste e Telecomunicazione dello stanziamento di 2 miliardi e 400 milioni per la ricostruzione.
All'inizio dei lavori nel cantiere di Venezia, ci si rese conto dello stato
dello scafo e si giunse alla conclusione dell'impossibilità nel
procedere con il progetto di recupero.
Fu studiato un nuovo progetto, ma la somma preventivata di 7 miliardi
non poteva essere coperta dallo stanziamento pubblico.
In seguito non trovando una soluzione se ne decise la demolizione.
Nel 1977 l'Elettra venne divisa a pezzi. Oggi i suoi pezzi sono sparsi
in varie città italiane: la poppa è al Centro di Telespazio del Fucino,
la parte centrale è a Pontecchio, un'altra parte centrale è a Trieste,
la prua è all'Arsenale S. Marco a Venezia.
Altre parti dello scafo sono a Santa Margherita Ligure e a Mestre.