ELENCO PONTI VHF - 5/4/2003 - by IK2ANE - Walter
Elettrosmog: si fa solo del terrorismo 2
Carissimo Paolo
vorrei associarmi a quanto
riportato sul Radiogiornale a proposito
dell'elettrosmog a firma di Bruno
Barsanti.
Leggo con molta perplessità di battaglie fatte contro l'installazione di antenne per la telefonia cellulare e rimango molto perplesso perché dalla mie conoscenze tutto questo è un allarme esagerato ed ingiustificato.
Ci sono molti semplici argomenti che smentiscono, a mia modesta opinione, questo esagerato allarmismo. Argomenti che possono essere utilizzati, come mi è capitato, per discutere sull'argomento, con chi sostiene a spada tratta l'estrema pericolosità dei ripetitori per cellulari.
Il pericolo derivante dai ripetitori per telefonia cellulare non è maggiore del pericolo che si corre quando si utilizza il proprio telefono cellulare. Con la grossa differenza che il nostro cellulare viene normalmente tenuto vicino alla testa, mentre il ripetitore è sempre a molti metri di distanza. Anche chi vive al superattico di un palazzo provvisto di ripetitore, avrà l'antenna almeno ad 8/10 metri sopra di se e quindi in piena sicurezza.
Spesso proprio i venditori o i
costruttori, consigliano di utilizzare il vivavoce per tenere lontano dal viso
il cellulare, ottenendo così
una notevole diminuzione del campo
elettromagnetico vicino alla testa Se allontanando il cellulare anche
soltanto di 20/30 cm si diminuisce notevolmente il campo elettromagnetico, un
traliccio di ripetitore, a maggior ragione, può ritenersi assolutamente innocuo,
visto che si troverebbe a diverse diecine di metri dalle persone.
3-Altra errata convinzione è che questi ripetitori trasmettano con elevata potenza, contribuendo così ad aumentare la loro pericolosità. Anche questa ipotesi è infondata perché la potenza di trasmissione del ripetitore non ha motivo di essere superiore alla potenza del nostro cellulare, per il semplice motivo, comprensibile anche per semplice logica senza essere esperti di elettronica, che i due segnali trasmessi dal cellulare e dall'antenna devono essere necessariamente simili, o meglio bilanciati fra di loro. Trattandosi di un collegamento duplex, diciamo anche bilaterale, non servirebbe a nulla che l'antenna posta sul palazzo trasmetta con una potenza superiore a quella del cellulare, anzi sarebbe controproducente e creerebbe uno squilibrio di segnale che non consentirebbe una corretta comunicazione.
Facciamo un esempio: se il nostro cellulare trasmette con un segnale intorno ai 30 mW (30 millesimi di Watt), ipotesi molto vicina alla realtà, e con questa potenza ha una portata effettiva di pochi chilometri non c'è motivo perché il ripetitore con cui il cellulare deve collegarsi, abbia una potenza elevata per raggiungere una distanza, mettiamo, di 100 o 200 chilometri; sarebbe assolutamente inutile !
Direi di più, il trasmettitore
posto sul palazzo, proprio per la sua posizione favorevole e l'uso di antenne ad
alta efficienza, potrebbe
tranquillamente trasmettere con una potenza
addirittura inferiore a quella del cellulare !
Pur ammettendo che il traliccio supporti anche un traslatore di segnale verso un altro ripetitore, questo avrebbe una portata normalmente intorno a 20/30 chilometri (ad esempio: da Ostia all'Eur), ed essendo diretto verso una direzione ben precisa, utilizzerebbe antenne altamente direttive (yagi o parabole) che concentrando il segnale in una sola direzione, consentirebbe ugualmente l'uso di bassissime potenze, intorno a pochi milliwatt, ed eviterebbe l'irradiazione del segnale in tutte le direzioni.
4- Penso che chi si preoccupa del pericolo di queste antenne e ne chiede l'abbatttimento, per coerenza, dovrebbe subito gettare il proprio cellulare e dovrebbe anche evitare di frequentare luoghi affollati.Il motivo è semplice:tutti noi ormai abbiamo un cellulare in tasca, se non due o tre, ed il fatto stesso di essere circondati da persone con un proprio cellulare crea un insieme di campi elettromagnetici che avrebbero dovuto già uccidere migliaia di persone. Teniamo presente che anche se non stiamo usando il telefono, il fatto stesso che questo è acceso implica un suo funzionamento praticamente continuo, anche se a livelli di potenza inferiori, per "colloquiare" con il ripetitore più vicino ed essere così facilmente raggiungibile al momento in cui è in arrivo una chiamata.
5- Sento anche dire, molto genericamente, che i campi elettromagnetici sono tutti pericolosi. Anche questa affermazione è inesatta. Quanti di noi si recano in ambulatorio per fare delle cosiddette "terapie fisiche" e si sottopongono a cure tipo: ionoforesi, magnetoterapia, Marconiterapia, etc. ? Ebbene tutte queste apparecchiature generano campi elettromagnetici, talvolta anche a largo spettro, che si rivelano efficacissimi per curare e guarire molti disturbi. Io stesso ho autocostruito (per me, mia madre, e alcuni parenti) delle magnetoterapie che si sono rivelate ottime, perché con i loro impulsi elettromagnetici stimolano le cellule a rigenerarsi e quindi a guarire. Non è giusto quindi fare di tutta un'erba un fascio e generalizzare mettendo al bando i campi elettromagnetici che, in fondo, sono dei fenomeni naturali, che l'uomo cerca di pilotare e gestire, purché tutto ciò venga fatto, ovviamente, "cum granu salis".
Se vogliamo veramente preoccuparci per i campi elettromagnetici dobbiamo fare attenzione alle installazioni trasmittenti radiofoniche o televisive, sia esse private che di Stato. Queste hanno lo scopo principale di portare il loro segnale (che deve essere solo ricevuto dall'utenza) il più lontano possibile, e per tale motivo sono necessarie elevate potenze, che arrivano facilmente alle migliaia di Watt (Kilowatt) se non addirittura ai milioni di Watt (Megawatt).
Questi impianti potrebbero veramente essere pericolosi, tant'e vero che normalmente vengono posizionati in località elevate e distanti dai centri abitati (ad es. Monte Cavo).
Chi scrive non è dipendente di una società di telefonia !!!
Sono ex dipendente Alitalia in pensione, e mi occupo di elettronica e ricetrasmissione ormai da circa 40 anni soprattutto a livello personale, e da oltre 30 anni sono anche titolare di licenza di radioamatore.
Non sono neanche un militante di qualche partito che prende posizione contro iniziative di altre correnti politiche !
Niente di tutto questo: mi è semplicemente sembrato giusto dire la mia opinione e portare degli argomenti sulla materia, soprattutto, a mia modesta opinione, per tranquillizzare tutti coloro che, in buona fede, vengono suggestionati da argomentazioni, secondo me, non rispondenti alla realtà, e, chissà, forse anche un po' strumentalizzate.
Cordiali saluti
Salvatore Cariello
(I0SJC)
http://web.tiscali.it/I0SJC/Sal
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Da: "Magnanini Mauro" <[email protected]>
(
Magnanini Mauro)
http://www.qsl.net/i4jee
e-mail
: [email protected]
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Da: "Umberto Molteni" <[email protected]>
CONSIDERAZIONI
FONDAMENTALI E METODO PER L'ESECUZIONE DI MASTER PER CIRCUITI
STAMPATI
Questo breve ma utile trattato ha lo scopo di informare, coloro che senza esperienza, hanno intenzione di realizzare il master del proprio circuito stampato, di come procedere, come valutare la distanza tra pista e pista, in funzione della differenza di potenziale tra esse esistente e della dimensione, ossia della larghezza, che devono avere le piste in funzione della corrente che in esse deve circolare. In questa sede non è trattata la realizzazione fisica del circuito stampato vero e proprio, ma solamente, come detto, del master.
Attrezzatura minima
Fogli bianchi a reticolo da 5x5 e 2.5x2.5 mm (meglio se 5.08x5.08 e 2.54x2.54, reticolo in pollici reperibili nei negozi di componentistica).
I passi del reticolo più utilizzati sono il «100 mils» (2.54 mm) ed il «50 mils» (1.27 mm) che sono poi i passi di tutti i componenti
Questi fogli servono solo per lo sviluppo del circuito stampato, che una volta ultimato, deve essere trasferito su supporti del tipo sotto specificato.
Esistono in commercio dei fogli in poliestere con retinatura in blu, sui quali può essere costruito direttamente il master. La retinatura blu non viene rilevata durante il processo fotografico sulle lastre presensibilizzate.
Può essere usato anche un supporto indeformabile trasparente in mylard per la realizzazione finale del master. Infine può essere usata anche la normale carta per lucidi da disegno come supporto master, possibilmente del tipo indeformabile. In questi ultimi due casi, il supporto verrà appoggiato sul foglio con già sviluppato il circuito in scala 1:1 e costruito il c.s. con l'ausilio delle piazzole e nastrini autoadesivi.
Una tavoletta luminosa, che può essere facilmente autocostruita con poche migliaia di lire, che facilita notevolmente il lavoro esecutivo che di successivo controllo.
Un coltellino a lame intercambiabili del tipo per c.s. utile per tagliare e maneggiare i nastrini autoadesivi.
Una spatolina in plastica per il trasferimento dei trasferibili sul supporto master.
Una serie di nastrini autoadesivi da 0.51 - 0.79 - 1.02 - 1.57 - 2.03 - 2.54 millimetri per la stesura delle piste. Questi valori sono i più comunemente usati.
Vari tipi e dimensioni di trasferibili, tipo Mecanorma o Sistema R4, per la realizzazione delle piazzole, e dei trasferibili alfanumerici per eventuale scrittura.
Una bomboletta di spray protettivo tipo Letracote Gloss 102 della Letraset, per la protezione finale delle superfici del master.
Come iniziare
1 - Lo schema elettrico dal quale si desidera realizzare il circuito stampato, deve essere ben chiaro e ogni suo componente deve essere distinto da un riferimento, quali R1 R2 R3. . . , C1 C2. . . , D1 D2. . . , Q1. . . ecc. riferimento che agevolerà il lavoro di stesura e successivamente la inequivocabile identificazione della posizione del componente sul c.s.. Ovviamente, di ogni componente si deve conoscere il suo valore nominale che permetterà di stabilire la sua dimensione elettrica, l'ingombro ed il passo dei suoi reofori.
2 - Lo sviluppo iniziale del disegno del circuito stampato, viene fatto preferibilmente su di un foglio a quadretti 5 x 5 mm, meglio se 5.08 x 5.08, questo accorgimento fa disporre di più spazio e quindi agevola il lavoro. Attenzione, in questo modo si avrà una scala doppia rispetto alla sua esecuzione finale, quindi i passi dei componenti ed i loro ingombri devono essere raddoppiati.
3 - Disegnare il circuito stampato come se fosse visto (in trasparenza) dalla parte dei componenti e fare molta attenzione in particolare modo per i circuiti integrati e transistor, poiché è molto facile disegnarli erroneamente capovolti con la conseguente perdita del lavoro e quindi la rielaborazione dello stesso.
4 - Stabilita, grossolanamente l'area del circuito stampato, (ricordarsi che siamo in scala 2:1), nel tracciare il circuito seguire fin dove è possibile l'ordine dei componenti come disposto nello schema elettrico, iniziando da sinistra e procedendo verso destra come segue:.
a) Segnare, tramite una matita blu, con un puntino, sui vertici dei quadratini, tutti i passi dei componenti, che poi diventeranno le piazzole, e tracciare il contorno dell'ingombro degli stessi;
b) con una matita rossa, disegnare, tra un passo e l'altro dei reofori, per nostra comodità di controllo, il simbolo del componente con il suo riferimento, se resistenza, condensatore, condensatore elettrolitico, in questo caso segnare la polarità positiva con il segno + la corrispondente piazzola, i diodi, segnando con una k la piazzola del catodo, i transistor, i circuiti integrati, marcando con 1 la piazzola del primo piedino, e lo stesso dicasi per eventuali connettori da circuito stampato. Nel caso di piazzole di ancoraggio di conduttori per i collegamenti con componenti esterni, identificarli con un numero o una o più lettere;
c) con una matita normale tenera (F o HB), iniziare a congiungere tra di loro le piazzole, seguendo lo schema, mediante linee ad arco o tortuose, comunque mai rette, poiché così sono più facilmente identificabili le piste disegnate.
N.B. I tratti delle matite devono essere leggeri onde permettere, se necessario, di cancellarle bene e poter ridisegnarle nella nuova posizione o percorso in modo pulito e chiaro. Non si devono dimenticare, possibilmente sui quattro angoli, di prevedere i fori da 3.2 mm di diametro necessari per il fissaggio del circuito stampato, nel caso non venga alloggiato nelle apposite guide.
d) Terminato il lavoro, controllare piazzola per piazzola, con l'ausilio della schema, il circuito realizzato in modo da verificare che ogni collegamento risulti collegato alla giusta piazzola.
e) Sulla carta o direttamente sul foglio in poliester con reticolo 2,5x2.5 (meglio 2.54x2.54) (scala 1:1) segnare con un puntino (come stabilito sul disegno in scala doppia come detto nel paragrafo a) tutte le piazzole quindi poi procedere al trasferimento delle stesse. É consigliabile che le piazzole vengano aderite sul lato, visto, dei componenti. La scelta della dimensione della piazzola è in funzione sia del diametro del reoforo che vi deve essere saldato, sia dell'eventuale calore da dissipare.
f) Stendere i nastrini autoadesivi che formano le piste, sul lato opposto, (lato rame). Questo per evitare nel caso di dover risollevare il nastrino, che non venga danneggiata la piazzola sulla quale deve appoggiare. Scegliere la giusta larghezza e mantenere la giusta distanza come sotto specificato. A lavoro ultimato, aggiungere una sigla di identificazione del c.s., che potrebbe essere il numero dello schema o altro. Dopo il consueto controllo, effettuato contro luce o sulla tavoletta luminosa onde vedere che non vi siano delle interruzioni delle piste o con le piazzole, proteggere con uno strato di spray protettivo.
Distanza tra piste
La distanza minima usata tra due piste è di 0,64 mm salvo casi eccezionali dove viene ridotta a 0,5 mm.
Normalmente per le tensioni si osservano le distanze indicate nella tabella 1, però si può ancora scendere come isolamento fino a raggiungere le misure elencate nella tabella 2. (Ricavata dal grafico di figura 1 relativo alle norme IEC 65 IV edizione, per parti non pericolose a toccarsi).
Tabella 1
Nel caso in cui la pista sia pericolosa a toccarsi la distanza minima deve essere di almeno 3 mm dal bordo del circuito stampato (Norme IEC).
Tra piste aventi tensione di rete deve esistere una distanza indicata nella tabella 3. (Ricavata dal grafico di figura 2 curva B relativo alle norme IEC 65 IV edizione).
Tabella 3
Normalmente tra piste a 220 Volt di rete la distanza minima deve essere di 6 mm perché la prova di isolamento deve sopportare 4000 Volt.
Larghezza delle piste
Normalmente, per problemi di serigrafia, si usa una larghezza minima di 0.64 mm salvo casi eccezionali dove viene ridotta fino a 0.5 mm.
La larghezza in base alla corrente viene ricavata (dal grafico in figura 3 delle sopracitate norme IEC, curve con incremento di temperatura di 0°C e spessore del laminato di rame di 0,035 mm), come indicato nella tabella 4.
Tabella 4
La corrente indicata nella tabella 4 è efficace. Il valore di picco si trova moltiplicando il valore in tabella per 1.41, mentre il valore di picco picco si ottiene moltiplicando il valore indicato per 2.82.
N.B. Le piste devono essere disegnate il più possibile di larghezza costante evitando bruschi cambiamenti che creano punti più deboli e quindi soggetti a surriscaldamento con conseguente rottura specialmente nei casi di correnti elevate (<1A).
Le norme IEC prescrivono che i cavi e le piste di alimentazione rete devono avere una sezione tale da far entrare in funzione i dispositivi di protezione in caso di cortocircuito prima che si surriscaldi il cavo o la pista.
Sezione del cavo 0.75 mm² è valida per tutti gli stati salvo per gli USA e Canada viene richiesta una sezione di 0.81 mm².
Per ottenere con laminato una sezione pari a 0.75 mm² la pista, se collegata prima del fusibile deve avere una larghezza minima di 21.5 mm².
L'invenzione del circuito stampato è opera dell'inglese Paul Eisler della Società Henderson & Spaulding, il quale, a partire dal 1940 egli depositò una serie di brevetti (resi noti però solamente al termine della seconda guerra mondiale) su questo argomento.
Umberto F. Molteni I2-MS
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Da: "IZ8EGE" <[email protected]>
SILENT KEY
COMUNICO LA SCOMPARSA DI I8SXG
GIUSEPPE ARMANDO SALVO
ALLA XYL E FIGLI SENTITE
CONDOGLIANZE.
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Nell'area YAPP del BBS IS0GRB-8 di Quartu-Cagliari, e' stata attivata la directory RADIOGIO, dove e' possibile prelevare in formato testo tutti i numeri del giornale telematico "Radiogiornale" di Paolo Mattioli I0PMW. Il BBS IS0GRB-8 e' raggiungibile in diretta su 144.825 (1200 baud), via Internet in TELNET, digitando "telnet is0grb.ods.org" o via rete wireless.
--------------------------------------------------------Pagina creata il 7 aprile 2003
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Ultimo aggiornamento: martedì 08 aprile 2003
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