ABITANTI: 308
ALTEZZA s.l.m. mt. 506
SUPERFICIE: Km2 12,91
C.A.P.: 62020
DISTANZA DA MACERATA: Km 52
PREFISSO TELEFONICO: 0733
MUNICIPIO: 0733-619106 Via Leopardi
POLIZIA MUNICIPALE: 0733-618109
POSTE ITALIANE: 0733-619106
POSTO TELEFONO PUBBLICO: Alimentari Primucci Via
G. Leopardi, 28 Tel.0733-619103
Orario: feriale 08:30 ÷ 12:30 – 15:00 ÷
19:00
festivo 08:30 ÷ 12:30
INFORMAZIONI
TURISTICHE: Tel. 0733-619109
FRAZIONI:
Serronchia. CALENDARIO
DELLE MANIFESTAZIONI:
Aprile: Festa del Patrono Santa Caterina
Luglio: Motoraduno Interregionale
Agosto: Festa della birra (ex sagra di San Vicino)
Ottobre: 2a Domenica Madonna del Rosario, Gare di
Parapendio.
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Poggio San Vicino deve
forse le sue origini ai Romani che costituirono ai piedi del Monte
Sitria, un avamposto fortificato che prese il nome di Podiurn Tufficanum.
Il Turchi, nel 1742 nel
Camerinum sacrum, si limita a dire che le origini del castrum erano
antichissime, mantenendo ben separate le vicende di questo da quelle
dell'antica colonia romana di Tufficum, sorta presso Albacina, che
secondo una non meglio precisata tradizione locale avrebbe dato origine
alla fortezza dei Podium.
La denominazione del luogo si trasformò in Ficano nel corso dei secoli.
Delle antiche fortificazioni che dovevano caratterizzare l'aspetto di
Poggio San Vicino, oggi non resta che una robusta torre medievale
situata sul punto più alto del Poggio e recentemente restaurata. Di
questo restauro però va sottolineata la poca attendibilità con cui si
è ricostruita la scala a doppia rampa, piuttosto improbabile in una
fortezza medievale.
La breve ma pur sempre significativa e piacevole visita al paese, può
cominciare entrando per via Leopardi, via principale intorno alla quale
si svolge tutto l'abitato dei piccolo centro.
Sulla destra del viale si trova la chiesa di Santa Maria Assunta,
precedentemente chiamata Santa Maria delle Ginestrelle, costruita sul
luogo della precedente chiesa parrocchiale dal 1876 al 1888.
L'odierna costruzione risulta essere di dimensioni minori rispetto alla
precedente come si può vedere da una pianta conservata in sacrestia;
inoltre è stato cambiato l'orientamento dell'altare principale e della
vecchia entrata che si apriva sull'attuale Fianco sinistro.
Alcuni
materiali di riuso, come la cornice del portale principale, ci
suggeriscono una possibile presenza della chiesa almeno dal XVI secolo.
La facciata si presenta a capanna, tripartita di lesene con timpano
superiore; è interamente in laterizio, mentre le fiancate sono in
brecciato rosa. Il campanile quadrangolare ha copertura a cuspide.
L'interno ad aula unica presenta cinque altari, quello maggiore in
marmo.
E'
il più interessante, mentre in controfacciata va sottolineata la
presenza |
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nella
cantoria di un delizioso organo in armadio ligneo settecentesco.
Alla sinistra dell'altare maggiore un crocifisso ligneo del XVI sec. di
fattura fiorentina, e nello stesso lato dell'altare prossimo all'entrata
è posta una tela con la Madonna in trono tra i Santi identificati per
san Pacifico e Santa Caterina da Siena. Sulla cimasa compaiono storie di
Maria e di Cristo. Nell'altare di fronte, una tela ottocentesca con
Sant'Antonio Abate e Sant'Antonio da Padova. Nella sagrestia sono
presenti altre tele insieme ad arredi ecclesiastici che vanno da croci
astili lignee a lanternine processionali. In una nicchia che faceva
parte della chiesa precedente, si può scorgere quello che resta di un
dipinto murale completamente ridipinto ed alterato nell'immagine
complessiva, rappresentante la Vergine in trono tra fedeli.
Usciti da Santa Maria dell'Assunta, procedendo lungo viale Leopardi, si
arriva alla chiesa di San Giovanni Battista ed Evangelista che reca
sopra il portale lo stemma della basilica di San Giovanni in Lacerano.
La chiesa ha subito delle modifiche nel corso dei secoli, ed in
particolare modo un ampliamento nel XVIII sec., riconoscibile nella
prima metà dell'unica navata. La zona circostante l'altare maggiore,
sicuramente più antica, è voltata a botte e conserva dipinti murali di
estremo interesse: nel lato destro presentano San Francesco in gloria
con San Rocco e San Sebastiano, Sant'Antonio in trono con San Pietro
martire e San Bernardino da Siena.
A sinistra, una crocefissione con la Madonna, San Giovanni e la
Maddalena, ed a fianco, la Vergine di Loreto tra San Michele Arcangelo
che schiaccia il diavolo, e San Biagio.
La
datazione di quest'opera è espressa dalla data che compare sul rosone
della chiesa della Vergine di Loreto ed è quella del 1557: il notevole
pregio dei dipinti ha ingaggiato gli studiosi, peraltro non numerosi,
nel tentativo di attribuirne la paternità che è stata assegnata
variamente da Giovanni Andrea de Magistris a Bernardino di Mariorto,
fino a Lorenzo d'Alessandro senza che sia stata trovata ancora una
soluzione definitiva alla questione. |