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SICILIA:
CRONACA SEMISERIA DI UN VIAGGIO IMPROVVISATO  
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(Agosto 2005)

 

 

 

LUNEDI  

   

 

Oggi ci aspetta un giro veloce sull’Etna, che decidiamo di usare come via per il ritorno a Messina per l’imbarco.
Da Pedara non e’ difficile arrivarci, basta prendere per Nicolosi, detta la porta dell’Etna meridionale e poi salire sempre…un sacco di tornanti.
Dopo pochi km gia’ si cominciano a vedere i segni delle vecchie colate laviche; piu’ si sale e piu’ il nero della lava prende il sopravvento sul paesaggio: e’ bello vedere alcuni punti in cui immense nere colate laviche si incontrano con il verde brillante di boschetti rigogliosi e con l’azzurro saturo del cielo: e’ un contrasto di colori molto forte;


L’Etna (o meglio, la sua bocca fumante) si fa sempre piu’ presente e osservare tutta la spianata di Catania e paesini limitrofi con la loro costa in basso da’ un certo senso di grandezza e immenso.
Piu’ si sale e piu’ il vento si fa forte e la temperatura scende; ad un certo punto sono costretto a fermarmi per indossare giacca e guanti!
Arriviamo al rifugio Sapienza, meta di  molti turisti e  finalmente capisco il perche’ di quel vento e freddo: siamo quasi a 2000 metri sul mare.
Ero’ gia’ stato sull’Etna da ragazzino, forse 15 anni fa e conservo ricordi fantastici; ricordo che, prima di allora, la Sicilia per me era solo la patria della mafia, da adolescente quale ero non avevo altre notizie di questa terra se non quelle che giungevano dalla TV; invece mi resi conto che era una terra fantastica e molto ospitale; mi dispiace un po’ non poter ripercorre quei sentieri e quei rifugi che all’epoca furono “miei”, ma il tempo a disposizione e’ poco e c’e’ concesso solo di imprimere quante piu’ immagini nella memoria.
Al rifugio Sapienza c’e’ un bel eliporto nuovo nuovo a strapiombo sulla montagna; mi fermo e faccio notare ad Antonio che una foto con la moto sul centro della pista non sarebbe male; Cosi’ Antonio, 2 metri e centoerottichili, non resiste al gusto della trasgressione e dopo aver abbattuto con la moto le transenne, si reca sul centro della pista dove scatto un paio di foto;
dopo e’ il mio turno e superata la prima barriera, do gas per raggiungere il centro della pista prima che qualcuno ci faccia il cu…..
purtroppo non avevo visto che c’era una seconda barriera cosi faccio a cornate con un palo e per fortuna ho la meglio: io devo solo rinunciare al parafango della moto: e la foto fu!


Comincia cosi’ la discesa che ci porta sulla costa: Giardini Naxos, Taormina,Roccalumera, Ali Terme e tantissimi altri paesini si susseguono in questa calda e soleggiata mattina di Ferragosto.

 

 


In men che non si dica siamo a Messina, gia’ pronti per le operazioni di imbarco: la Calabria e l’Italia intera di fronte a noi si fanno sempre piu’ grandi mentre la Sicilia ci abbandona.

 


Sullo stretto il vento e’ forte , quasi manca il respiro,nonostante cio’ nessuno rinuncia al piacere di rimanere sul ponte a fissare l’orizzonte;
tocchiamo terra: un gesto cosi banale che pero’ in questo frangente assume quasi un significato superiore che ci fa meditare: e’ un viaggio, breve ma intenso, che volge al termine.
Ma ogni idillio, ogni sogno ed ogni fantasia non puo’ durare a lungo ma deve sempre fare i conti con la dura realtà; cosi’alle 13 e 30 di Lunedì 15 Agosto 2005 il problema piu’ importante diventa trovare un luogo dove mangiare qualcosa.

Non resta che seguire l’istinto e l’istinto stavolta ci porta nel centro di Reggio calabria: qui infatti troviamo un ristorantino all’aperto; un eccesso di birra pero’ (ma non di quantita’, bensi’ di grado alcolico della stessa) ci obbliga ad una sosta prolungata, almeno fino a quando  le moto ritornano ad essere due e la strada una sola; segue una passeggiatina tra le vie del centro e poi via verso la A3, direzione Salerno: gia’ infatti l’ora tarda e la stanchezza ci fanno rinunciare al litorale ionico.
Prima di imboccare l’autostrada raccomando Antonio di portare una media di 120/130 Km/h e mai  inferiore; vorrei infatti essere a casa per le 20;


E infatti le cose vanno cosi’: ma l’autostrada, si sa, e’ un po’ monotona e bastarda  e poco alla volta si spalanca il gas sempre piu’ fino a raggiungere i 180Km/h;
La strada e’ vuota e si viaggia tranquilli, almeno fino a quando non ci scattano una bella foto ricordo nei pressi di Pizzo calabro……..
Azz, speriamo di passarla liscia, altrimenti mi sa che dovro’ rinunciare alla patente per un po’.

 


Il ritorno prosegue monotono tra interruzioni autostradali, soste a stazioni di rifornimento e pensieri su quello che si e’ visto nei giorni precedenti.
Nei pressi dello svincolo di Sibari ci salutiamo; Antonio prosegue per Salerno mentre io, dopo aver raggiunto Sibari, proseguo lungo la SS106 Jonica fino a Taranto;
La 106 e’ sempre vivace e trafficata, immaginatevi la sera di ferragosto, comunque con animo sereno ma stanco, proseguo.
Anche questa volta il sole va volgendo all’orizzonte mentre questa piccola avventura si sta per concludere; mi fermo a pochi km da casa solo per togliermi gli occhiali da sole dopodiche’ imbocco la SS100 che mi porta dritto dritto a casa….



F I N E ……
oppure solo prima parte????
Gia’, perche’ c’e’ un pensiero che mi frulla per la testa ;-)

 

 

   

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73 de iz7ath, Talino Tribuzio

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