Consigli per l'uso: la prima stazione...
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La licenza ordinaria consente di poter trasmettere anche su frequenze inferiori a 30 MHz, ovvero su tutte le gamme in onde corte (HF) riservate al Servizio di Radioamatore a livello internazionale. Le HF sono le gamme dove è sempre possibile fare collegamenti a livello intercontinentale, che hanno resi celebri i radioamatori nel corso dei decenni. Attualmente, con l'ausilio di Internet, questo prestigio si è andato un po' a ridurre, viste le possibilità che offre la rete. Internet è, però, qualcosa di artificiale, costruito da altri mentre, in cui la persona è semplicemente un utente che sfrutta dei servizi creati da un ristretto gruppo di specialisti. Al contrario i radioamatori sono protagonisti al 100% di un collegamento radio, dal momento che le loro scelta nell'assemblaggio della stazione determinano la riuscita o meno di questi collegamenti. Soprattutto in HF ci si può sbizzarrire nella scelta delle antenne, nella loro autocostruzione, infine nella loro sperimentazione attraverso i vari modi di emissione e, soprattutto, in base alle condizioni di ionizzazione dell'atmosfera. Tutte componenti che portano ad un grande livello di gratificazione personale quando è stato portato a termine un collegamento con una stazione di un altro continente!

In questa pagina, cercherò di dare qualche consiglio a chi intenda mettere in piedi, per la prima volta una stazione HF. Anche se, personalmente, la mia licenza non mi consente di trasmettere su frequenze inferiori a 30 MHz, le varie esperienze (spedizioni, attivazioni di isole, attività in portatile con altri OM...) mi hanno portato a fare una discreta cultura sulle stazioni HF e sulle relative problematiche di realizzazione.

ANTENNE
Gli americani dicono (giustamente): "100 dollari per l'antenna e 10 per l'apparato". Ovvero: fare economia sull'antenna vuol dire precludersi la possibilità di poter ascoltare e collegare molte stazione rare, in particolare durante
i "pile-up".
Soprattutto in HF i tipi di antenne sono veramente tanti: dipolo, dipolo rotativo, direttiva, verticale, loop, cubical quad ecc...
Sicuramente chi è alle prime esperienze radiantistiche, avrà un po' di difficoltà a scegliere; il primo consiglio che posso dare è questo: iniziare con antenne facili da gestire, ma al tempo stesso di un certo rendimento.
Per le gamme basse (80 e 40 metri) la maggior parte dei radioamatori inizia (e spesso prosegue) con dipoli montati nella classica configurazione a "v rovesciata" (con un angolo di circa 120°). Sono antenne molto economiche (sia che si decida di comprarle già pronte e tarate, sia che si decida di autocostruirle) e hanno un rendimento sicuro: unico inconveniente dei dipoli per queste frequenze, è che sono molto lunghi. Generalmente la loro lunghezza si aggira intorno ai 28-30 metri. In più la maggior parte di loro presenta anche delle bobine (le cosiddette "trappole") che servono per accorciare leggermente le dimensioni fisiche: è' un compromesso, ma le rende più gestibili.
Ci si può trovare, però, anche in situazioni peggiori; ovvero non si ha nemmeno lo spazio necessario per poter montare un dipolo (specialmente se si abita in condominio). L'alternativa, a questo punto è quasi sempre una antenna verticale (anche in questo caso sono presenti bobine per accorciarne le dimensioni fisiche).
Argomenti correlati:
Circolare nr. DGCA/1/6/AC del 7/1/1999
Libera trasferibilità delle stazioni HF
Decreto legge 10 Luglio 1924 - N° 1226
Decreto legge 6 Maggio 1940 - N° 554
Art. 1102 Codice Civile
Circolare del 17 Settembre 1980
Installazione antenne e aspetti Amministrativi
Limitazioni al diritto
Certificazione idonetà delle antenne
Autocostruzione antenne direttive
Autocostruzione antenne verticali
Autocostruzioni dipoli 40/80 metri

Importante!
Per coloro che vivono in un condominio, consiglio, prima di iniziare qualunque lavoro sul tetto del palazzo, di inviare una lettera al proprio amministratore, in cui si informa dell'imminente installazione di antenne per il Servizio di Radioamatore. Qui troverai un fac-simile di questa lettera.





A tal proposito, in vendita esistono diversi tipi di antenne verticali che lavorano su più bande contemporaneamente: ne sistono dei modelli che consentono di lavorare tutte le gamme HF dagli 80 a 10 metri (Cushcraft R7000 o la Butternut HF9VX); hanno però lo svantaggio di essere abbastanza costose (non meno di 800 mila lire) e necessitano, talvolta, di un apparato provvisto di accordatore d'antenna. Però rappresentano la "salvezza", in quanto consentono di spaziare su tutto lo spettro HF con un discreto rendimento su ogni banda. Un ottima soluzione (se praticabile) potrebbe essere quella di utilizzare un dipolo per le bande basse e una direttiva per quelle più alte. Inevitabilmente quando si parla di antenne direttive HF il primo pensiero è rivolto alle loro dimensioni; consiglio, a tal proposito di iniziare con direttive non particolarmente grandi, in modo da poterle montare anche su dei pali (ovviamente di un buon diametro) senza dover fare necessariamente ricorso ad un traliccio di supporto. Direttive composte da 3 o 4 elementi e con un boom di circa 5-6 metri possono essere l'ideale per iniziare ed avere subito ottime soddisfazioni; generalmente il loro peso non supera i 20 kg e possono essere ruotate anche con rotori non particolarmente sofisticati (tipo lo Yaesu G250). Il loro guadagno si aggira intorno ai 7-8 dB massimo.
Chi non avesse intenzione di montare una direttiva può sempre "ripiegare" su antenne "delta-loop" o "quad". Sono entrambe antenne chiuse su se stesse e hanno necessità di poco spazio per ruotare e sono sempre più leggere di una direttiva; bisogna però fare attenzione a controventarle adeguatamente e, eventualmente, a montare sul rotore un "cuscinetto reggispinta" che possa opporsi alla forza del vento, dal momento che hanno una superficie complessiva non indifferente (in particolare le "quad"). Con antenne di questo tipo si possono facilmente coprire 2-3 bande con un ottimo rendimento.

APPARATI RADIO
Anche nel caso della scelta del tipo di apparato HF non c'è che l'imbarazzo della scelta: elencarli tutti, sarebbe veramente lungo. Si va da apparati valvolari anni '70 fino a quelli digitali di ultimissima generazione, controllati da microprocessore! Si tenga conto che il prezzo di questi apparati HF digitali può anche essere superiore ai 5-6 milioni! A meno di non possedere un "portafoglio a fisarmonica", consiglio di non farsi suggestionare troppo dall'eccessiva tecnologica, ma di fare attenzione agli aspetti fondamentali che deve avere un apparato: in primis un ricevitore con un buon livello di diamica, in secundis controllare che tipi di filtri utilizza o si possono istallare. A tal proposito, soprattutto se si dispone già di un buon sistema d'antenna (lo ripeto, è la cosa più importante) vanno benissimo tipo lo Yaesu FT-890 o FT-840, oppure l'ICOM IC-728, o il Kenwood TS-450. Sono apparati che si trovano sul mercato dell'usato ad un prezzo ragionevole e offrono buone garanzie. Se, invece, si desidera acquistare un apparato nuovo, la tendenza odierna del mercato è quella di realizzare apparati che diano la possibilità di trasmettere su più frequenze possibili (HF+VHF+UHF): inevitabilmente il prezzo di questi "gioiellini" della tecnologia giapponese non è mai inferiore a 2 milioni e mezzo/ 3 milioni. Il "capo-famiglia" fu l'ICOM IC706, al quale si sono aggiunti via via l'ICOM IC746, lo Yaesu FT100 e lo Yaesu FT847.
Il mio consiglio resta, però, quello di acquistare all'inizio un apparato che faccia solo le HF (al massimo i 50 MHz se si intende fare attività anche su quella frequenza), anche modelli anni '80 un più "spartani" come lo Yaesu FT757 o l'ICOM IC-751 vanno benissimo per iniziare: sono funzionali e salvaguardano il portafoglio, il che non guasta. In futuro si avrà tutto il tempo per poter espandere i proprio orizzonti radiantistici!

CAVI, CONNETTORI E ALIMENTATORI
In HF, al contrario delle bande VHF e superiori, va benissimo un cavo tipo RG213 e connettori PL-259; se la calata è breve (20 metri o meno) va bene anche un cavo RG8.
Da non dimenticare poi un buon rosmetro-wattmetro (tipo un Daiwa o un Revex) per poter controllare l'efficienza della propria stazione.
Se si sceglie un apparato con alimentazione a 13,8 volt è necessario disporre di un buon alimentatore che possa formire una adeguata quantità di corrente (minimo 20 Ampère): vanno benissimo alimentatori tipo i "CEP" che hanno la tensione regolabile in continuità e la possibilità di poter leggere i valori di tensione e corrente tramite strumenti analogici.