Consigli per l'uso: la prima stazione...
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Con la Licenza Speciale si può trasmettere dai 50 MHz, in teoria con massimo 10 watt (in pratica con molti di più viste le potenze a cui arrivano molti apparati in commercio). A tal proposito desidero confermare che grazie ad una delle numerose circolari emanate dal Ministero delle COmunicazioni, risalente al 1999, ora non sussiste più il pericolo di essere sanzionati se si disposne di apparati in grado di trasmettere con potenze maggiori di quelle consentite dalla propria classe di Licenza o in grado di trasmettere e ricevere anche al di fuori delle gamme assegnate al Servzio di Radioamatore (artt. 218 e 401 DPR 29/3/1973 nr. 156).

Fatta questa premessa, cominciamo a pensare a come organizzare la stazione. Prima di tutto cominciamo con la parte fondamentale, cioè le

ANTENNE
Per chi (come il sottoscritto) vive in città e quindi in un condominio, consiglio di montare il "parco antenne" poco alla volta; in questo modo non rischia di "spaventare" troppo i condomini e/o l'amministratore con "selve" di direttive e verticali: meglio che si abituino in maniera graduale!
Prima di tutto bisogna scelgliere un palo telescopico che non sia troppo pesante, ma che, comunque, consenta di poter tenere in piedi le nostre prime antenne; un palo di circa 6-7 metri di lunghezza e di 20-30 cm di diatro, ritengo sia più che sufficiente.
Come prima antenna, sicuramente una verticale VHF/UHF per il traffico locale, via ripetitore e per le eventuali attività in packet è "quasi d'obbligo". Anche se, in teoria, il radioamatore dovrebbe saper autocostruirsi le antenne, all'inizio, magari è un po' difficile realizzare qualcosa che meccanicamente e, soprattutto, elettricamente possa soddisfarci. Rivolgersi su un'antenna commerciale non "squalificherà" certo la stazione, per cui il mio consiglio è di trovare un'antenna che abbia un guadagno medio di circa 6-7 dB sui 144 MHz e di 9-10 dB sui 430 MHz. Di solito queste antenne non sono molto lunghe (circa 2/3 metri), quindi non sono molto "appariscenti". In futuro ci sarà tutto il tempo per poterle, eventualmente sostituire con qualcosa di più performante, soprattutto se si intenderà poi fare traffico via satellite...


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Circolare nr. DGCA/1/6/AC del 7/1/1999
Decreto legge 10 Luglio 1924 - N° 1226
Decreto legge 6 Maggio 1940 - N° 554
Art. 1102 Codice Civile
Circolare del 17 Settembre 1980
Installazione antenne e aspetti Amministrativi
Limitazioni al diritto
Certificazione idonetà delle antenne
Autocostruzione antenne direttive per i 50 e 144 MHz

Importante!
Per coloro che vivono in un condominio, consiglio, prima di iniziare qualunque lavoro sul tetto del palazzo, di inviare una lettera al proprio amministratore, in cui si informa dell'imminente installazione di antenne per il Servizio di Radioamatore. Qui troverai un fac-simile di questa lettera.
Sistemati i 144 e i 430 MHz in FM, magari ci si può avventurare nel mondo dell'SSB in 50 MHz, che consente di fare DX molto interessanti a livello europeo e, talvolta, a livello intercontinentale.
Per questa frequenza, in teoria, va bene anche una ulteriore antenna verticale (esistono sul mercato antenne verticali che consentono di trasmettere sui 50/144/430 MHz contemporaneamente), ma, indubbiamente, se si vuole avere più "spinta", l'istallazione di una direttiva è una logica conseguenza. Con la direttiva, automaticamente, si dovrà pensare anche ad un rotore che la possa agirare su tutti i 360°. Per iniziare ad avere buoni risultati ci si può orientare verso una 2-3 elementi, il cui "boom", ovvero la grandezza complessiva, non risulta mai essere superiore a 2,5/3 metri e ha, comunque, un buon guadagno. Inoltre la maggior parte di queste direttive 2-3 elementi risultano essere anche abbastanza leggere, di conseguenza non sarà necessario montare un rotore particolarmente potente: va bene anche un semplice rotore-TV. In alternativa ad una antenna direttiva, un buon compromesso può essere quello di una antenna "delta-loop". E' un'antenna chiusa, che ricorda, per forma geometrica, un triangolo rovesciato con i lati leggeremente ricurvi verso l'esterno. Non credo che esista, in commercio, un'antenna del genere, quindi è necessario autocostruirla. Ma, fortunatamente la sua autoscruzione è una di quelle più semplici: bastano dei tubi di PVC, una scatola per impianti elettrici, un mammuth e circa 3 metri di filo elettrico. Unico inconveniente di questa antenna è che bisogna montarla su un palo a se.
Per chi, invece, non ha intenzione di fare attività in 50 MHz, ma preferisce l'attività in SSB sui 144 MHz, è necessario istallare un'antenna direttiva, magari con un preamplificatore immediatamente alla base del palo, per poterne migliorare la ricezione. Per avere dei risultati è bene orientarsi verso una 10 o una 11 elementi. Sono antenne di dimensioni "accettabili" (intorno ai 3 metri di boom) e anche abbastanza facili da girare anche con piccoli rotori. Come per i 50 MHz antenne di questo tipo si possono sia autocostruire (anche se bisogna essere molto precisi nel calcolare e realizzare la spaziatura fra ogni elemento) sia comprare da rivenditori.
Ovviamente l'antenna direttiva per i 144 la si può anche montare in polarizzazione verticale, per poterla sfruttare in FM e poter, così, raggiungere distanze maggiori rispetto a quelle che consente un'antenna verticale.

APPARATI RADIO
Per quel che riguarda gli apparati, c'è una vastissima scelta; l'unica variabile da tenere sotto controllo è il loro prezzo: alcuni modelli possono costare anche 2-3 milioni! Sicuramente per un neo-radioamatore tutti questi soldi è inutile spenderli, anche perchè solo con il tempo ci si "specializza" verso una determinata frequenzo e/o modo di trasmissione. Per l'FM in VHF e in UHF con circa mezzo milione si può comprare (usato) un ottimo portatile (TH-79 della Kenwood, IC-W32E della Icom). L'unico inconveniente è che i portatili non si prestano a lunghi QSO che spesso si fanno da casa in 2 metri o sui 70 centimetri (eccessivo surriscaldamento dello stadio finale del trasmettitore). Inoltre non consentono di andare a più di 1200 baud in packet radio. Molto spesso, quindi, è bene acquistare un veicolare, magari predisposto per trasmettere in packet (che non vuol dire avere il TNC entro contenuto). Un apparato di questo tipo costa circa 8-900 mila lire (nuovo). Se poi si decide di acquistare l'ultimo modello in produzione, allora la spesa supera il milione.
Se poi si vuole trasmettere in SSB sui 144 MHz (sia per collegamenti DX sia per avvività via satellite) allora è necessario avere un apparato "all mode". A poco prezzo un apparato di questo tipo è il mitico FT-290R della Yaesu; altrimenti, per avere prestazioni un po' più performanti si può provare un Kenwood TM-255.
Per i 50 MHz, normalmente, non ci sono apparati monobanda (a parte il TS-60 della Kenwood): essendo una frequenza "intermedia" normalmente gli apparati che trasmettono sui 6 metri sono in grado di trasmettere anche sulle HF (la maggior parte di quelli di recente progettazione) o sui 144 e 430 MHz (quelli un po' più vecchi come l'FT 767 GX della Yaesu). Se si va sul nuovo i prezzi di questi apparati si aggirano minimo sui 2 milioni; il mercato dell'usato ci può far risparmiare circa il 25-30%. Se proprio non si vuole affrontare una spesa del genere, sul mercato esistono dei trasverter già realizzati o da assemblare che consentono all'apparato "all mode" per i 144 MHz di trasmettere anche sui 50 MHz (fino a 50,3 MHz) con circa 10 watt.


CAVI E CONNETTORI
Chi magari non ha molta esperienza potrebbe commettere l'errore di sottovalutare questo aspetto, che invece va tenuto in grande considerazione, soprattutto in bande VHF e superiori. Acquistare un cavo con forte attenuazione vuol dire perdere buona parte del guadagno dell'antenna! Per questo è consigliabile utilizzare come minimo cavi RG-213 e connettori N, in modo da ridurre al minimo le perdite dovute ai connettori e alla discesa del cavo fin dentro casa. L'ideale sarebbe di utilizzare cavi RT-50 o, addirittura INFLEX, ma sono costosi e con un diametro abbastanza grande (più di 1 centimetro). Per ovviare a più discese, si può far ricorso a DUPLEXER, dispositivi in grado di poter utilizzare lo stesso cavo con 2 antenne. Normalmente i DUPLEXER si montano sia sotto il palo che sostiene le antenne, sia all'uscita del trasmettitore. Esistono DUPLEXER che "disaccoppiano" le VHF (144) dalle UHF (430) e sono i più comuni; per esigenze particolari esistono anche modelli che dividono i segnali in 50 MHz da quelli sui 144 e 430 MHz.