BALCANI
2007:
Viaggio attraverso la Grecia,
Macedonia, Kosovo e Montenegro
Giovedì 20 settembre
Giornata abbastanza movimentata, oggi. Come al solito con le prime luci
dell'alba sono già per strada; sosta ad un distributore,colazione e poi verso
la città di Struga.
Dallo specchietto vedo un cielo plumbeo sul lago di Ohrid,rimango assorto nei
miei pensieri per un po’.
Dopo una decina di km avverto come un senso di disagio,come una dimenticanza..la
moto ci sta,io ci sono; mano alla tasca destra:il portafoglio c'è; mano al
taschino:la macchina fotografica pure; mano alla tasca sinistra: passaporto e
documenti moto pure; mmhh,la cosa non mi convince! continuo a tastare la tasca
sinistra e penso a ieri: oddio! i documenti erano nei jeans! i jeans erano sul
letto!. Mi fermo di scatto e con fare nevrotico cerco i jeans nelle
borse:niente.
Sono nel panico, volto nuovamente verso Ohrid sperando che nessuno sia entrato
nella camera; quando arrivo ad Ohrid per la disperazione non riesco a trovare la
strada x la citta' vecchia ma faccio un'altra triste sorpresa: una valigia è
aperta e i guanti sono volati via: i miei cari guanti marca Highlander,comprati
appunto nelle highlands scozzesi per appena 10 euro e dimostratisi più caldi di
qualsiasi alpinestar da 100E,più impermeabili di qualsiasi Dainese!
Ma la mia preoccupazioni è il passaporto: finalmente trovo la mia Soba,entro,sembra
tutto come l'avevo lasciato..ecco i pantaloni,ecco i documenti! Urra'!
Lancio un paio di Vaffa liberatori da solo nella strada per scaricare la
tensione,una ragazza mi guarda strano: dobro utro, dico io! dopodichè riparto.
Voglio ritrovare i miei guanti; esattamente a 10km da Ohrid vedo il sinistro,a
mano aperta per strada implorante aiuto;
mi fermo e lo raccolgo; E qui la sorte mette nuovamente alla prova i miei nervi:
nel girare il manubrio l'acceleratore rimane tirato e la moto va su di giri:
oddio, ma che succede oggi? Sono il sorteggiato dalla Sfiga?
Due millisecondi di panico finchè realizzo che il cavo è in buono stato;
allora non può essere che il cavo elettrico che ho aggiunto prima di partire e
che ho fascettato insieme: infatti mi basta allentarlo un pò e il problema
svanisce. Ma non abbiamo finito: c'è l'altro guanto da ritrovare: eccolo 200 mt
più avanti, anche lui con il palmo al cielo implorante aiuto.
Ora,come analizzare l'accaduto?
1) Che sfortuna,ho perso quasi 40 minuti di tempo per sbadatezza?
2) Sono troppo fortunato,sono nato con la camicia!
Nota tecnica: al cavo dell’acceleratore non va mai fascettato nulla, assolutamente nulla.
Comunque sia si va avanti risalendo verso nord la Macedonia occidentale; prima
tappa è il villaggio valacco di Vevcani: solite catapecchie, i contadini con i
trattori fermi nella piazza per vendere i loro frutti (per la maggiorparte mele
e peperoncini).
dicono che questo villaggio abbia dichiarato indipendenza alla Macedonia, abbia
coniato moneta propria e abbia dichiarato di possedere un proprio arsenale:
si..ma questo lo sanno solo nel villaggio, pero!
riprendo la strada verso nord;
inizialmente pianeggiante, con sobborghi costituiti da baracche fatiscenti
intermezzate da villette in costruzione, il paesaggio circostante diventa piano
piano montuoso e selvaggio.
Per decine e decine di km non c'è anima viva; ogni tanto qualche monumento in
stile comunista piantato li tra le montagne ricorda i fasti (?) della vecchia
Yugoslavia di Tito.
Sulla mia sinistra solo monti, confine naturale con l'Albania,che ha influenzato
la zona (rendendola infatti politicamente instabile).
Faccio tappa al monastero di Sv. Jhoan Bigosky,a strapiombo sulla roccia,dopodichè
riprendo la via attraversando il parco nazionale del Mavrovo.
Qui oltre ad una continua pioggia vengo sommerso dalla nebbia: percorro km in
queste condizioni,non è il massimo ma per prudenza limito la velocità a
40km/h.
sulla mia destra sfilano parecchie dighe e corsi d'acqua,sulla sinistra si
staccano continuamente rocce che cadono sulla strada: non è una strada molto
sicura,soprattutto se si considera che nell'ultimo tratto è percorsa da
parecchi Tir.
Comunque sia si torna piano piano a scendere: la nebbia sparisce,la pioggia
sfortunatamente no.
Poco prima di Tetovo comincia l'autostrada: qui termina anche la pioggia.
Questa è un susseguirsi di tratti a pagamento (da 20 a 50 dinari:30-90 eurocent)
attraversata da pedoni e la cui corsia di emergenza è inpraticabile perchè
affollata di cassette della frutta messe in vendita dai contadini.
Arrivo finalmente a Skopje senza fermarmi: la prima impressione è quella di una
cittadina caotica e non curata; sulla strada in periferia bambini gipsi che
giocano nella spazzatura,un sacco di rottamai e rottami di auto ai bordi, gente
che fruga nei cassonetti.
Mi spiegheranno in seguito che Skopje e’ divisa a meta' da un fiume:da una
parte il quartiere albanese e dall’altra quello macedone; a parte ci sono i
Gipsi, ma quelli si riconoscono subito perche’ vivono in catapecchie in mezzo
alla spazzatura.
Proseguo in direzione Kumanovo;
Da Scopje sono entrato in una grande vallata; per alcuni km è così ma dopo
verso la Bulgaria cominciano ad intravedersi isolate vette ed ampie valli. La
prima tappa è l'osservatorio astronomico megalitico di Kokino: non vi dico la
fatica per trovarlo,ma alla fine,percorrendo una sperduta strada che sale,sale
sale ci sono riuscito;
con l'altidudine riprende la pioggia e la temperatura scende (7c).
Ogni tanto sbuca dai boschi qualche persona vestita di stracci: non so se ho più
paura io di lui o lui di me!
riprendo la via della valle,questa volta direzione Kuklica,per vedere le strane
formazioni rocciose chiamate kukla (stone dolls).
mi fermo in un villaggio per chiedere informazioni,un ragazzo vuole vendermi una
"brochure" per 10e...ma ragazzo mio,come catso ti viene ...sempre con
'sti catso di soldi per la testa.
Alla fine mi rendo conto che per arrivare alle stone dolls devo percorrere una
pista di 4km in fuoristrada..che faccio ci vado? mhhhh...ma certo, senno' che
racconteremo ai nipotini!
queste strane formazioni rocciose sono molto friabili.
Dopo qualche foto è tempo di ritornare in Skopje percorrendo a ritroso la
strada.
Mi fermo davanti la fortezza ma subito vengo avvicinato da una banda di ragazzi
Gipsi che vogliono vendermi profumi.
Cambio luogo di sosta,nel quartiere albanese,dove mi sento parecchio osservato
ma alla fine mi ci abituo.
Aspetto davanti un bazar a cielo aperto Kiril, un amico macedone; nel frattempo
chiacchiero con un ragazzo macedone che lavora in Italia, mi aggiorna sugli usi
e costumi macedoni. Arriva Kiril e si va a casa sua.
73 de iz7ath, Talino Tribuzio